Ecco un estratto del secondo articolo
Che cos’è il benessere? Se lo si trova, se lo si sente, non si ha bisogno di futili descrizioni. È un po’ come il jazz, a proposito del quale il caro Armostrong disse: “Cos’è il jazz? Amico, se lo devi chiedere, non lo saprai mai.”
Un estratto del terzo articolo.
C’è sempre questa paura dinanzi al cambiamento. Come se, trasformandosi, si temesse di perdere la propria essenza. E nessuno, ripeto, nessuno vi obbligherebbe a rimanere su una nuova strada qualora quel piccolo cambiamento (che concretamente potrebbe ad esempio tradursi in un gioco più di rete, o più di fondo campo, o più attento, o più libero, o più vario in generale) non vi soddisfacesse, non vi facesse stare bene o, ancora più semplicemente, non vi divertisse. Si può sempre tornare indietro. Provare per credere (o per non credere). Variare è imparare, qualcuno disse. Sicuramente facendo cose nuove si incrementa il proprio bagaglio tecnico, mettendosi in gioco si migliora la capacità di gestire le proprie emozioni, accettando il gioco dell’avversario si stimola la capacità di trovare le soluzioni tattiche utili a metterlo il più possibile in difficoltà.
Un estratto del quarto articolo.
Io credo che laddove si indaga in profondità, e dunque nelle emozioni, sia più facile trovare la chiave per risolvere le questioni. Magari oggi non ci funziona il diritto o non riusciamo a fare il nostro gioco (vedi anche ultimo articolo) a causa di una medesima paura (quella di fallire, ad esempio), magari un altro giorno mettiamo in pratica una tattica sconveniente o stecchiamo spesso la pallina per un unico motivo: l’ansia. Se questo fosse vero, cosa che io credo, allora non varrebbe la pena impiegare energie nel cercare correzioni di sorta (l’aggiustamento del diritto, ad esempio) oppure la tattica vincente quando è altrove che dobbiamo cercare, solo dentro di noi.
Un estratto del quinto articolo.
Un estratto del settimo articolo.
Il tennis è schiavo di comportamenti standard che si riflettono in mille rituali. Tra questi, il chiedere scusa dopo avere vinto un punto grazie alla fortuna. Ma perché nel calcio non accade? Bisognerebbe andare oltre il concetto di forzata sportività. Provateci!
Un estratto dell’ottavo articolo.
I concetti espressi nel precedente articolo potrebbero portare a reazioni contrarie, o addirittura critiche. Ma accettare un componente come la fortuna, senza necessariamente rispettare le etichette comportamentali, può essere un buon esercizio per imparare a gestire ogni tipo di emozione.
Un estratto del nono articolo.
Capita spesso di scendere in campo contro un avversario nettamente superiore. E allora subentra profonda frustrazione, il timore che non ci sia partita. Ecco alcuni consigli su come affrontare queste situazioni. E ricordiamoci che la vittoria non è importante quanto la crescita.
Un estratto del decimo articolo.
Al di là della posta in palio, il tennis rimane tennis. E allora perché non affrontare i match ufficiali con lo spirito di un allenamento, magari focalizzandoci sulle cose da migliorare? I risultati potrebbero essere sorprendenti…
Un estratto dell’undicesimo articolo.
Spesso le partite contro avversari meno forti sono considerate inutili. Non è così, anzi, possono essere interessanti occasioni di crescita. E non è giusto definire “forte” o “debole” un tennista soltanto in base ai risultati.
VIII – Il mio concetto di sportività – parte II – TENNIS MAGAZINE ITALIA
IX – La sensazione di inferiorità – TENNIS MAGAZINE ITALIA
X – La partita è un allenamento _ TENNIS MAGAZINE ITALIA
XI – Giocare con un avversario più debole _ TENNIS MAGAZINE ITALIA